Carta docente: anche ai precari spetta il riconoscimento economico del bonus da 500 euro

Il mondo della scuola è chiamato ad affrontare sfide importanti, per questo motivo il Governo italiano ha promosso l’iniziativa della Carta del Docente, pensata proprio per agevolare l’acquisto di libri, l’iscrizione ad attività formative e l’acquisto di hardware e software. 

Un bonus concesso dallo Stato e destinato quindi a favorire e migliorare la formazione degli insegnanti, purtroppo i docenti precari sono esclusi da questo benefit importante, erogato ai solo colleghi di ruolo.

Una sentenza importante quella emessa dal Consiglio di Stato nel 2022 ha però riconosciuto il diritto all’ottenimento della Carta elettronica del docente a favore anche del personale docente non di ruolo, di fatto escluso dalla misura.

Successive conferme per gli insegnanti non di ruolo, sono arrivate anche dalla Corte di Cassazione nel 2023, che ha riconosciuto illegittima e discriminatoria l’esclusione dei docenti precari dall’erogazione della Carta del docente, e, conseguentemente, ha esteso il diritto ad usufruire del beneficio economico del bonus di euro 500,00 per annualità scolastica  previsti per l’aggiornamento e la formazione degli insegnanti, anche in favore dei precari che abbiano stipulato con l’Amministrazione diversi contratti a tempo determinato. 

Avv. Antimo Buonamano

L’intervista: avv. Antimo Buonamano, esperto in diritto scolastico, dichiara: “E’ fondamentale veicolare l’informazione affinché raggiunga la più ampia platea di aventi diritto, della possibilità giuridica per i docenti precari, di ricorrere dinnanzi al tribunale ordinario competente per territorio, al fine di poter ottenere il bonus economico già previsto per i colleghi di ruolo, e poter così usufruire della card quale misura attiva al loro aggiornamento professionale indispensabile per superare le sfide che il mondo della istruzione richiede per stare al passo con le migliori metodologie didattiche destinate al miglior apprendimento degli studenti. 

In Molise ho riscontrato dati importanti sul numero dei docenti precari beneficiari di contratti a termine, per questi vi è la possibilità di ottenere la carta docente, e di usufruirne utilizzandola presso le strutture, gli esercenti e gli enti di formazione accreditati sul territorio, creando così anche una sinergia di valore per l’economia locale, che andrebbe a supportare e migliorare la professionalità dei propri docenti “in loco”. 

D: Lei è stato uno dei primi legali ad ottenere sentenze favorevoli sulla carta docente in favore di quegli insegnanti che non sono contrattualizzati a tempo indeterminato, quali sono i presupposti giuridici sui quali si fonda il ricorso?

R: I presupposti giuridici alla base del riconoscimento del bonus "Carta Docente" sono stati enunciati dalla “Corte di Giustizia Europea” il 18 maggio 2022 con la premessa “che il beneficio della Carta Docenti attenga all’ambito delle “condizioni di impiego” ed escludendo che il solo fatto della durata dei rapporti possa costituire ragione obiettiva.

La Corte ha ritenuto che, in presenza di un «lavoro identico o simile» e quindi di comparabilità, la clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro allegato alla Direttiva 1999/70/CE ed il principio di non discriminazione ivi sancito, ostino ad una normativa nazionale che riservi quel beneficio ai soli docenti a tempo indeterminato. In breve, la Carta Docente, pur introdotta con quei fini generali di tutela di una certa dimensione temporale del servizio educativo, che non vanno dimenticati perché frutto di una scelta del legislatore, si interseca con il piano dei rapporti di lavoro dei singoli, con quanto ciò comporta sotto il profilo della cura della parità di trattamento in questo ambito”.

Ma vi è di più, la Suprema Corte di Cassazione che con “sentenza n. 29961 del 27 ottobre 2023, emessa a seguito di rinvio pregiudiziale ex art. 363 bis c.p.c.” di fatto ha chiarito che “la destinazione della Carta Docente ai soli insegnanti di ruolo, che si è detto costituire uno dei profili di indirizzo del nuovo istituto, intercetta tuttavia il tema, più intrinseco, relativo alla disciplina dei rapporti di lavoro, del divieto di discriminazione dei lavoratori a termine”.

 D: Sotto gli aspetti burocratici, quali sono i criteri da soddisfare per i docenti supplenti, al fine di vedersi riconosciuto il diritto all’erogazione del bonus del valore di 500 euro annuali da parte del giudice?

R: I requisiti per richiedere al Tribunale il riconoscimento del Bonus Carta docente sono in sintesi tre, i docenti devono trovarsi in queste condizioni elencate:

·         personale docente precario delle scuole di ogni ordine e grado con uno o più contratti al 30 giugno o al 31 agosto negli ultimi 5 anni;

·         personale docente precario che sia stato destinatario negli ultimi 5 anni di supplenze brevi prorogate che gli hanno consentito il raggiungimento dell’annualità di servizio (giorni 180);

·         personale immesso in ruolo per il recupero delle somme spettanti per la Carta docente per il servizio a tempo determinato svolto nelle annualità precedenti (nei limiti della prescrizione quinquennale)

D: Chi ha vinto le vertenze individuali a volte è ancora in attesa delle spettanze economiche, perché?

R: Il ritardo all'accreditamento del Bonus "Carta Docente" è dovuto principalmente alla mancanza di fondi da parte del Ministero dell'Istruzione e del Merito e dalla grande mole di provvedimenti positivi emessi dai vari Tribunali. Per ovviare a questo ritardo è possibile instaurare presso il Tar un giudizio di ottemperanza. Tale procedimento giurisdizionale, previsto dall’ordinamento giuridico italiano, volto a garantire l’esecuzione delle decisioni dei giudici quando la Pubblica Amministrazione (PA) non dà spontanea esecuzione a una sentenza passata in giudicato. Dunque, con il ricorso di ottemperanza si rimedia all’inerzia o all’inadempimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito, assicurando la piena attuazione della decisione giudiziaria mediante l’accredito delle somme sul borsellino elettronico.  

D: La normativa vigente del comparto scuola, si sta adeguando rispetto alle sentenze che in modo massivo danno ragione ai docenti precari sul diritto a vedersi equiparati per la carta docente ai colleghi di ruolo? Quali le lacune legislative hanno portato a questa disparità di trattamento?

R: La normativa attualmente in vigore ancora non ha recepito le indicazioni emerse dalla Sentenza della Suprema Corte di Cassazione, continuando a discriminare i docenti a tempo determinato che devono rivolgersi alla giustizia per vedersi riconoscere un diritto garantito alla formazione professionale. Tale discriminazione parte dalla Legge 107/2015 cd. "Buona Scuola", con la quale il governo ha consentito il diritto alla formazione professionale solo agli insegnanti contrattualizzati a tempo indeterminato, lasciando fuori una grande fetta di docenti, cosiddetti "precari" i quali con grande sacrificio coprono cattedre lasciate vuote per mancanza di personale. 

D: Può darci qualche dettaglio su quanti ricorsi ha portato favorevolmente a termine negli ultimi anni, e sulle motivazioni per le quali è opportuno perseguire l’azione giuridica? Quali i rischi di soccombenza per i docenti?

R: E' importante da parte dei docenti precari procedere al ricorso presso i vari Tribunali, poichè solo in questo modo posso accedere alla formazione professionale. In questo momento tutti i Tribunali stanno accertando la violazione messa in atto dal Ministero, concedendo il diritto alla fruizione del Bonus. I rischi di soccombenza dei docenti, laddove la documentazione sia conforme è minima.